Quali sono i principi che meglio possono ispirare le nostre azioni future? Tre direttrici sono centrali.
Dialogo
Imparare dalla natura ad adattarsi nella consapevolezza che la flessibilità è la capacità tipica dei sistemi aperti che sanno evolvere attraverso la cooperazione, la collaborazione e l’accoglimento positivo della diversità.
Lo strumento principe di questa prospettiva è il dialogo, inteso come antidoto all’indifferenza egoistica e alla chiusura e come capacità di saper dare e ricevere.
Partecipazione
È necessario evitare di chiudersi al proprio interno credendo di poter bastare a sé stessi. L’autoreferenzialità è una malattia del nostro tempo che si basa sull’accumulo, sulla supremazia, sul possesso e sull’avidità e avviene perciò a spese dell’ambiente e degli altri. L’autoreferenzialità deve essere sostituita dalla consapevolezza della responsabilità di ognuno di agire in maniera ecologicamente sostenibile e solidale.
Educazione
Coltivare e custodire presuppone la realizzazione di un progetto che favorisca la crescita delle persone in un mondo abitabile per tutti e che sa accogliere tutti e tutti proteggere. Significa vigilare su noi stessi e sugli altri, darsi il tempo e lasciare il tempo ai bambini per ricaricarsi e trovare il loro tempo. Coltivare e custodire significa renderci disponibili a modificare il nostro modo di essere, promuovere la capacità di sognare, la creatività, la fantasia che producono il desiderio di ciò che ancora non c’è; vuol dire costruire in ognuno la preoccupazione e la tenerezza, la capacità di costruire le relazioni, il piacere di costruire la fratellanza.
È necessario pensare a un’educazione che sappia muoversi nella direzione dell’utopia, un’utopia che, a poco a poco, di fronte alla complessità dei problemi odierni, sia in grado di rilanciare l’umano.