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Futuri ri-aperti
10 luglio 2020 00:00
Testimonianza di Sandra Dodi, la presidente

Il nido c’è sempre

All’inizio dell’emergenza sanitaria abbiamo vissuto momenti di grande preoccupazione per la salute dei bambini, delle famiglie, dei nostri cari, e per la drammaticità delle notizie che arrivavano soprattutto dalla Lombardia. Poi spontaneamente all’interno della cooperativa i diversi gruppi di lavoro educativi hanno sentito il bisogno di riprendere le relazioni con i bambini e con i genitori e di alimentare quel legame personale e intimo che era stato costruito nei mesi precedenti. Hanno iniziato a chiamare le famiglie, a scambiarsi momenti di saluto, a conoscerei nuovi spazi di casa, sia delle famiglie che delle operatrici. É stato un modo spontaneo per annullare le distanze, per trovare dei nuovi modi per stare vicino. Ogni operatrice ha messo a disposizione casa sua e i propri strumenti informatici. Utilizzare le forme digitali non è stato un problema né per loro, né per le famiglie.

Pian piano queste iniziative hanno preso corpo all’interno di un progetto molto più articolato e strutturato chiamato il nido c’è sempre, che ha proposto quotidianamente attività attraverso video, come letture di albi illustrati, canzoni, ma anche momenti di cura rivolti ai bambini; oppure articoli di carattere scientifico e divulgativo per i genitori.  È stato attivato anche un servizio di counseling per le famiglie e sono stati organizzati momenti di discussione in piccoli gruppi per i genitori sui temi che emergevano durante le settimane. Poi con il decreto Cura Italia, questa progettualità è stata formalizzata attraverso accordi con le amministrazioni comunali.

La riapertura

Ha fatto bene a tutti: ai bambini e alle famiglie e a noi, perché ognuno ha ritrovato i propri spazi. L’abbiamo affrontata con entusiasmo tanta era la voglia di rientrare e riprendere una vita il più possibile normale. Ricevevamo continuamente dalle famiglie richieste di supporto, di riapertura e di aiuto perché tutte le categorie professionali erano tornate o stavano tornando al lavoro, ma nessuno aveva pensato ai bambini.

Riaprire è stato sicuramente molto impegnativo perché abbiamo dovuto rivedere i processi interni ai servizi e alla cooperativa – dagli aspetti legati alla sicurezza, agli orientamenti pedagogici, alle progettualità educative – e lo abbiamo dovuto fare all’interno di una cornice molto rigida. Tutto, infatti, era molto strutturato dal punto di vista sanitario ed è stato complesso trovare una nuova modalità di svolgere il ruolo di educatrice, di stare con i bambini, anche perché sappiamo che è difficile evitare il contatto fisico, fa parte del cuore del nostro lavoro. Abbiamo perciò cercato di trovare quegli interstizi che ci permettevano di riappropriarci della parte pedagogica educativa che rappresenta la parte fondanti del nostro lavoro. Inizialmente c’erano anche dei timori rispetto a come avrebbero reagito i bambini, c’era chi parlava della necessità di pensare ad un reinserimento, ma non è stato assolutamente necessario: come sempre i bambini dimostrano delle capacità incredibili e di avere molte più risorse di noi adulti; penso sia servito un minuto per riprendere quello che era rimasto sospeso nei mesi precedenti.

In cooperativa l’entusiasmo è sempre prevalso rispetto alle possibili difficoltà: tutta la nostra organizzazione, in tutti i ruoli, si è attivata per dare il massimo dimostrando grande flessibilità e capacità di rispondere alle esigenze dei bambini e delle famiglie in un contesto che era profondamente mutato. Come cooperative del settore ci siamo spese direttamente per arrivare ad una riapertura dei servizi e riportare al centro dell’attenzione i bisogni educativi e sociali dell’infanzia. Abbiamo saputo essere propositive e proattive, e di fronte all’emergenza sanitaria abbiamo risposto con una progettualità e un rilancio rispetto alla riapertura dei servizi e alla tutela dei diritti costituzionali, dimostrando così di essere un partner indispensabili per il soggetto pubblico che a pieno titolo dovrà sempre più essere coinvolto nella definizione delle politiche di sviluppo delle nostre comunità.
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